domenica 9 marzo 2008

Una conferenza sui trasporti


E' tempo di elezioni

Mi invitano ad un Incontro pubblico su infrastrutture e trasporti.

Una conferenza sui trasporti, come al solito tutto ciò che è politica italiana, è una rappresentazione, un modo per vendere merce di facile consumo.

Più o meno tutti sentono il problema della mobilità e a tale problema diffuso si dà soluzione nei termini più comuni dell'immaginario collettivo, dei miti condivisi: lo sviluppo, il progresso, la libertà di movimento.
Ma io ho il dubbio che la libertà di movimento senza la libertà di disporre del proprio tempo sia una libertà davvero misera. E' solo la libertà di agitarsi in modo maniacale per dare sfogo alle fobie represse.

Allora sarebbe necessario, prima di un qualsiasi dibattito sulla mobilità in un'area geografica, uno studio sui flussi di movimento delle persone e sui motivi per cui la gente si muove.

Provo a segnalare questo mio dubbio. "Renzo Piano dice che costruire parcheggi in centro è un errore perchè essi attirano il traffico privato. Bisognerebbe invece stimolare il trasporto pubblico." Mi rispondono.
Ma così si continua a vedere la mobilità come un a priori, come qualcosa di necessario, quando invece essa è causata da motivi ben precisi, a loro volta dovuti alla scelta di modelli di sviluppo sbagliati.
Un esempio è il rapporto tra centro e periferia: la mattina milioni di persone nei dormitori suburbani si alzano per andare a lavorare in centro, la sera il flusso si inverte. Durante il giorno alcune periferie sembrano il deserto dei tartari.

Nel modello di sviluppo(1) attuale le periferie hanno scarso valore e ciò consente di comprare lì casa, ma non di viverci bene.

Investire nella riqualificazione delle periferie potrebbe essere ben più redditizio socialmente che investire nei trasporti, avendo comunque un beneficio sul traffico (si sposterebbe meno gente).

Altro aspetto da valutare è il costo abnorme, insensato, delle case in centro, dovuto all'enorme disponibilità di denaro virtuale circolante. Le attività finanziarie, tramite i derivati, moltiplicano il denaro e ciò aumenta in modo insensato il circolante. La disponibilità di denaro fa lievitare i prezzi di mercato, tenendo anche contro della (motivata) sfiducia nella borsa (che quindi attira poco il denaro dell'individuo comune).

Il modello centro - periferia nelle città di oggi mi sembra avere un aspetto simile ad un cancro, una crescita incontrollata, senza armonia né equilibrio.

In questo scompenso si evidenzia anche quello che è storicamente il punto debole della sinistra, la quale tende ad essere internazionalista ed a trascurare il territorio, abbandonandolo alla destra.
D'altro canto la destra può gradire un territorio degradato, a cui imporre con facilità i propri stilemi: l'odio verso l'estraneo, la tradizione (Dio, Patria, famiglia), in generale la destra si focalizza contro il nemico di turno.
La sinistra avrebbe quindi interesse a riqualificare il territorio e coalizzare le persone con interessi comuni (non saranno forse classi sociali, ma almeno gruppi sociali omogenei).

In definitiva sono molti gli aspetti di cui si potrebbe discutere utilmente, ma non si parlerà di essi. Chi cerca di trovare le cause dei problemi è un sovversivo. Si preferirà un talk show basato sui nomi dei relatori e sui grandi problemi, sui grandi finanziamenti necessari. Probabilmente si farà un uso smodato della parola emergenza, la quale punta al metodo italiano per non rispettare le regole. Non vedo motivo di andare.

Truman Burbank

(1) Chiaramente "modello di sviluppo" è un termine usato all'interno del pensiero unico neoliberista. Si potrebbe forse sostituire con politica economica.

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