giovedì 6 novembre 2008

Back to 1984



Un nostalgico ritorno ad Orwell

Ripensando ad Orwell ed al suo romanzo 1984 mi resta la sensazione che la situazione da lui delineata fosse più libera di quella che viviamo noi oggi. Oggi che il Grande Fratello è un format televisivo di successo il rileggere Orwell mette un po' di tristezza. Quasi come se egli fosse un ottimista inguaribile.

In 1984 c'era ancora qualche residuo di libertà di pensiero. Ma l’anno 1984 se ne è andato da tempo ed in Europa forse non ci sono più uomini ("L'ultimo uomo d'Europa" era il titolo provvisorio).

Oggi il tritatacarne dei mass-media è riuscito a sterilizzare anche la severa lezione di 1984 ed invece di un mondo dove la storia viene riscritta viviamo in un mondo senza storia, viviamo l'eterno presente del paese dei balocchi, il paese dei consumatori bambini.

Restano solo degli zombies assetati di merce e di feticci.

Nel romanzo 1984 di Orwell bisognava sorvegliare le persone, serviva un Grande Fratello che spiasse tutti in continuazione per individuare i comportamenti devianti e punirli. Esso era basato sul vecchio paradigma del controllo tipico dell'epoca staliniana. Si controllavano le azioni delle persone, con enorme sforzo organizzativo.

Nella società attuale non è necessario controllare tutti. Le strade sono vuote. Il mondo sta nella TV ed esiste solo chi riesce ad accedere ad essa.
Chi non ha visibilità mediatica è come se non esistesse. E' invisibile alle masse, estraneo al mondo. Sotto molti aspetti oggi i devianti vengono puniti facendoli sparire, facendoli diventare invisibili a tutti. E può essere una punizione peggiore del carcere.

Ma nessuno vuole stare fuori dal mondo. Allora per controllare le masse basta controllare i mass-media. Adesso nei colpi di stato si conquista per prima la TV.

Il grande vantaggio (per il potere) del consumismo pompato dai media è poi che esso non lascia alcun tempo libero per riflettere.

Eppure Orwell aveva provato a dirlo nel modo più forte possibile che il potere tende a maciullare tutto e che lo spirito critico deve essere sempre vigile. Dopo il fascismo, il nazismo, il comunismo, il nuovo totalitarismo avanza. E spesso riesce pure a celare la sua violenza.

Le persone nei posti di comando questo lo sanno bene, ma anche le masse hanno capito parecchio e tutti si conformano ai valori dominanti. Ognuno è controllore di se stesso.

La situazione attuale è descritta meglio da Huxley.

"Non esiste, ben inteso, alcuna ragione perché i nuovi totalitarismi somiglino ai vecchi. Il governo basato su manganelli e plotoni d'esecuzione, carestie artificiali, imprigionamenti e deportazioni di massa, non è soltanto disumano, ma provatamente inefficiente e questo, in un'era tecnologica avanza, è un peccato contro lo Spirito Santo.
Uno Stato totalitario davvero "efficiente" sarebbe quello in cui l'onnipotente comitato esecutivo dei capi politici e il loro esercito di direttori soprintendessero ad una popolazione di schiavi che ama tanto la propria schiavitù da non doversi neanche essere costretta.
Fare amare agli schiavi la loro schiavitù: ecco qual è il compito ora assegnato negli Stati totalitari ai ministeri della propaganda, ai caporedattori dei giornali e ai maestri di scuola".
Aldous Huxley

http://cavallette.autistici.org/2007/05/468

Non c'è alternativa, dicono alcuni.

Truman

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